Periodo: 4 giorni ad inizio autunno, dal 4 al 7 ottobre 2014

Lampedusa è l’Italia più sperduta… si trova più a sud di Pantelleria, più a sud di Tunisi, più a sud anche di Malta… ma è ancora imperturbabilmente Italia 😄. Appartiene, insieme a Linosa e Lampione, alle isole Pelagie ed ha una superficie allungata e molto piccola, circa 20 km quadrati su 33 km di perimetro. E’ un’isola tutta piana, raggiunge la sua maggiore altitudine, pari a 133 metri, soltanto lungo le falesie della costa nord ovest… per il resto è una distesa di sabbia e scogli molto chiari circondati da un mare azzurro che, in una particolare zona dell’isola rappresentata nella foto di apertura e di cui racconterò a breve, è stato eletto uno dei più belli del mondo. Si può non essere d’accordo con questa affermazione, io personalmente ritengo che l’Italia abbia molti posti che possano contendersi questa corona, ma la spiaggia dei Conigli lascia davvero a bocca aperta quando la si scopre e fa pronunciare la frase tipica di noi romani “ammazza che mare!”… l’abitudine ad Ostia offusca il ricordo dell’acqua trasparente 😄

Lampedusa dista dalle coste siciliane 205 km ed è popolata da circa 6.000 abitanti, concentrati soprattutto nel paese costruito intorno al porto e ad una strada principale, Via Roma, pedonale, ricca di negozi, ristoranti e localini vari. Il paesino è proporzionato all’isola, quindi piccolo e tenuto abbastanza bene. Durante l’anno vengono organizzate alcune manifestazioni per rendere l’isola attraente anche fuori dall’alta stagione. La più conosciuta è il festival O’Scià, un concerto evento organizzato da Claudio Baglioni, grande amante di quest’isola, allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema sempre crescente dell’immigrazione clandestina che sbarca costantemente a Lampedusa. Al riguardo posso dire, da semplice turista, che andando a spasso per le spiagge e per l’entroterra dell’isola il problema non sembra “visibile” ossia gli extracomunitari che si vedono in giro sembrano tutti ambientati poiché sono impiegati nelle varie attività lavorative. Il centro di accoglienza non è nemmeno facile da individuare e di sicuro non ci sono clandestini sparsi per l’isola in mezzo ai turisti. Inoltre, se si capita qui quando c’è uno sbarco, si vedono molte forze dell’ordine al lavoro e il passaggio davanti al molo degli arrivi viene bloccato per qualche ora, giusto il tempo di prelevare i profughi e portarli immediatamente al centro d’accoglienza, il tutto senza nessun clamore.
Quindi la principale paura che frena il turismo per Lampedusa e che in molti amici e conoscenti mi hanno manifestato prima della partenza, può tranquillamente essere messa da parte.

Come dicevo, Lampedusa è piccolissima e stretta come una lingua di gatto, ma nonostante ciò può essere suddivisa in due parti ben distinte. Il nord dell’isola, che non ha spiagge ma è tutto scogliere e falesie bianche a strapiombo sul mare, ha un fascino molto aspro e selvaggio, fatto di colori più intensi e contrastanti, di vento quasi costante e di rocce infuocate tutto intorno… se non fosse per il mare e la rara vegetazione, sembrerebbe un candido paesaggio lunare. Il sud invece digrada dolcemente nel mare e questa conformazione regala alla zona le uniche cale e spiagge dell’isola, tra cui la famosa spiaggia dei Conigli. Gli arenili sono pochi, una decina circa, ma di sorprendente bellezza… anche qui i colori sono suggestivi ma più tenui e delicati, il mare è azzurro chiaro, a tratti chiarissimo fino a sfiorare il biancore del ghiaccio e la sabbia finissima ricalca le prime sfumature che vanno dal bianco al paglia.

Come arrivare: l’isola è raggiungibile sia con traghetti e aliscafi, che salpano da Porto Empedocle, che via aerea. Come per Pantelleria, i voli diretti dai principali aeroporti italiani non sono molti ma è sufficiente raggiungere Palermo o Trapani e da qui ci sono le tratte sociali che decollano più volte al giorno. Quindi basta armarsi di un po’ di tempo e di pazienza per l’attesa tra un volo e l’altro, ma un paradiso simile vale l’impresa 😃.
Una caratteristica del porto di Lampedusa che salta subito all’occhio è la presenza di un murales vicino al molo degli arrivi dei barconi di rifugiati. Rappresenta un coloratissimo insieme di volti sorridenti ed è stato realizzato, insieme ad altri due con diversi soggetti e in altri posti dell’isola, da Amnesty International nel 2013. Quest’opera simboleggia diritti e dignità per tutti, sia per chi arriva qui e sia per chi ci vive, e mette in luce il senso di accoglienza dei lampedusani nei confronti dei migranti come dei turisti. Bello da vedere e con un significato profondo… mi è piaciuto e si è meritato uno degli scatti migliori della vacanza 😍.
Anche su quest’isola consiglio di prendere a noleggio un’auto o uno scooter per fare il giro di tutti i suoi angoletti e gustarla in pieno. A Lampedusa, come nelle altre isole minori, non è facile trovare le classiche agenzie di noleggio auto, ma basta chiedere ai locali o all’albergatore stesso un’indicazione sui noleggiatori del posto, che in genere fanno prezzi accettabili.

Dove dormire: gli alberghi e i piccoli residence sono molti, soprattutto i primi, e sono concentrati essenzialmente in paese ma non aspettatevi prezzi da saldi. Non sono particolarmente cari, ma qui campano principalmente di turismo per 6 mesi l’anno e, non avendo molte alternative, quei 6 mesi devono coprire anche il resto dell’annata.
Io ho soggiornato all’hotel O’Scia, un bell’albergo in paese su una stradina tranquilla anche se molto vicina al corso principale. Il trattamento è stato buono, il prezzo equo, la struttura era pulita e ben tenuta, la camera era spaziosa e silenziosa e ci è stata offerta una buona prima colazione. Insomma lo consiglio vivamente.

Diario di viaggio: nella mia vacanza sono stata abbastanza fortunata con il tempo. Infatti, escluso la mattina del secondo giorno in cui è arrivato un temporale che ha tinto il cielo di nero e che si è fatto riprendere in alcune belle fotografie, il sole ci ha sempre tenuto compagnia. Inoltre sia la pioggia che il vento dei giorni seguenti sono giunti sempre da nord per cui hanno preservato la parte sud dell’isola e le sue incantevoli spiagge.

Con l’aereo da Roma per Palermo alle 8:00 e il successivo volo per Lampedusa, sono sbarcata sull’isola verso l’ora di pranzo. Una rapida sosta in albergo per prendere possesso della stanza e disfare le valigie e via a spasso a piedi per il paese a caccia di un valido posto per mangiare.


Soddisfatta la fame in una gastronomia di cui canterò le lodi nel seguito, sono stata attratta dalla Chiesa principale, San Gerlando, in cui erano in corso i preparativi per un matrimonio, sia al suo interno che soprattutto all’esterno, con un’infinità di addobbi bianchi. Mi rendo conto che in un piccolo paese un matrimonio probabilmente è un grande evento, per cui non sono rimasta eccessivamente meravigliata quando ho visto mezza isola letteralmente scasare, ognuno armato della sua sedia per riempire a poco a poco tutto il sagrato antistante 😄. Ammetto di essermi assai divertita ad osservare e ascoltare i gruppetti di comari che sproloquiavano nei commenti più impossibili su sposa, sposo, parenti, invitati e abbigliamento vario… in effetti i tamarri non mancano neanche qui 😮 come si dice, tutto il mondo è paese… con l’arrivo della sposa, molto bella ed elegante che ha catturato l’attenzione di tutti, è finito il mio momentaneo spasso e sono quindi partita per l’attrazione più sera, cioè il mare 😄. Partita è un po’ un parolone qui, perché tutte le spiagge si trovano nel giro di una manciata di km… infatti qualche turista le gira tranquillamente a piedi.


La prima tappa è stata la spiaggia cittadina della Guitgia, nella quale ho trascorso il pomeriggio. Spiaggia cittadina un corno. A Roma se usi questo termine intendi il mare di Ostia, qui la spiaggia del paese farebbe impallidire d’invidia un intero atollo caraibico… vantaggi dell’essere una piccola isoletta sperduta nel Mediterraneo 😉
La Guitgia è infatti una bella spiaggia, la più grande dell’isola, se grande la si può definire. Sicuramente è molto frequentata perché si trova immediatamente alle spalle del porto, da cui è ben divisa dalla murata di protezione dello stesso, ed è perciò vicinissima alle principali strutture ricettive dell’isola. Il mare è di un meraviglioso azzurro turchese che incanta e la spiaggia è fine e morbidissima. Insomma come inizio non c’è male 😍.

Secondo giorno: come già detto la mattina del secondo giorno, una volta uscita dall’hotel e incamminata verso la spiaggia dei Conigli, il cielo ha iniziato a tingersi di grigio scuro… dato che le nubi non invogliavano per niente ad andare al mare e considerando che si scarpina un po’ per arrivare alla meta che avevo in testa, ho optato per fare una passeggiata in auto lungo tutta la costa nord. Fortunatamente l’idea è stata felice perché sono arrivata fino a capo Ponente, l’estremità ovest dell’isola, e dalle scogliere si godeva di un panorama tempestoso e inquietante, ma veramente spettacolare. I nuvoloni arrivavano sempre più vicini, si caricavano e si scurivano sempre di più mentre in lontananza si vedevano gli scrosci di pioggia sul mare. Impressionante e selvaggiamente bello 😍.




Passata la buriana, dopo pranzo mi sono diretta verso il tratto di costa tra il paese e l’isola dei Conigli. Qui ci sono 4 cale una accanto all’altra e una più bella dell’altra. Alla fine ho scelto di sdraiarmi sulla spiaggia di cala Madonna, piccola ma attrezzata col servizio spiaggia. È una bella insenatura tra le rocce con il “solito” mare azzurro turchese e trasparente e la spiaggia candida. Insomma una vera schifezza 😂.
La cala prende questo nome dal Santuario della Madonna di Porto Salvo, ubicato nella parte superiore dell’insenatura e circondato da un bel giardino fiorito e da alcune grotte, utilizzate in passato come rifugio di naufraghi e colonizzatori. Questa chiesetta è dedicata alla Madonna come protettrice della gente di mare e ha origini incerte ma piuttosto antiche, si parla anche del 1200. Durante la seconda guerra mondiale è stata bombardata e semidistrutta ma è stata ricostruita con i generosi contributi della popolazione locale che tiene molto a questo luogo. Inoltre sul lato sinistro della cala, pochi centimetri sopra il livello dell’acqua, c’è un’incavatura nella roccia in cui è stata collocata una statuetta della Madonna.
Un’altra caratteristica di questa spiaggia è che qui vengono rilasciate per tornare in mare le tartarughe marine trovate ferite, una volta curate.



Terzo giorno: ho dedicato l’intera giornata alla spiaggia dei Conigli che da molti è considerata come uno dei mari più belli del mondo. Era la mia meta principale di tutto il viaggio, il vero motivo che mi ha spinto a imbarcarmi fin quaggiù. Descrivere il colore di questo lembo di mare e le sue infinite sfumature è quasi impossibile o almeno molto riduttivo e non rappresenterebbe appieno l’impressione che ho provato nel vedere questo meraviglioso panorama. Fare il bagno in queste acque cristalline è una sensazione superba che ripaga il lungo e faticoso viaggio per arrivare sull’isola e per scendere fino alla spiaggia. Infatti auto e altri mezzi di locomozione si lasciano sulla strada principale e da lì si intraprende un bel sentiero pavimentato ma scosceso che arriva fino ad una terrazza naturale dove si apre tutto il panorama sull’isola dei Conigli e la spiaggia accanto. A guardarlo da lì si resta davvero impressionati e le fotografie, per quanto impegno ci si possa mettere, non rendono onore a tutta la bellezza del luogo.

Diverse associazioni ambientaliste, tra cui il WWF e Lega Ambiente, proteggono questo meraviglioso angolo di natura selvaggia, anche perché è il regno della Caretta Caretta, la tartaruga marina gigante che depone le sue uova su queste spiagge… le signore turtle trattano bene i loro futuri pargoli 😀.
La spiaggia e l’isola dei Conigli sono zone di riserva integrale per cui sono vietate tutte le attività ad esclusione della balneazione. È vietato anche rimanere in spiaggia oltre le 20 in quanto al calar del sole le tartarughe si avvicinano alla riva e durante la notte, nei periodi di riproduzione, depongono le uova in buche che si scavano da sole nella sabbia calda. Se vi viene in mente di fare i furbi e restare, ci pensa la forestale, che tutte le sere scende giù per il sentiero con un enorme fuoristrada, a cacciarvi lontano 😄.
È anche vietato costruire e l’unica abitazione in piedi in questa zona è la casa di Domenico Modugno, che il cantante acquistò negli anni settanta come rudere e ristrutturò a magnifica villa proprio perché ammaliato dalla bellezza di questo mare. C’è sempre stata un’enorme polemica su questa casa, poiché costruita proprio sulla spiaggia e in un’area marina a protezione integrale. C’è da dire però che quando Modugno la comprò la riserva integrale ancora non esisteva e che la villa è stata ristrutturata in modo tale da armonizzarsi con il resto dell’ambiente. Le associazioni ambientali sono sempre state sul piede di guerra per questa casa tanto che avrebbero voluto farla demolire. I giornali locali riportano addirittura che uno dei tanti diverbi che Modugno ebbe con un ambientalista proprio sulla spiaggia dei Conigli per vedere da vicino una tartaruga, causò un malore al cantante che la sera stessa lo portò alla morte. Nelle sue ultime volontà chiese di mettere nella sua bara due ampolle, una con l’acqua del mare e un’altra con la sabbia della spiaggia dei Conigli.
La villa adesso non appartiene più alla famiglia del cantante, è in mano ad un privato e viene affittata per le vacanze… si può immaginare a che prezzi. Forse la scelta migliore sarebbe quella di renderla pubblica, magari in parte museo e in parte centro di ricerca scientifica, e dirimere così tutti i contrasti. Probabilmente, con i dovuti accordi e con i tempi da siesta della burocrazia, si arriverà anche a questo.



Mentre mi godevo la meraviglia della spiaggia dei Conigli, sono stata attratta dalla parete rocciosa sulla destra. Ho visto che diverse persone si inerpicavano e il percorso non sembrava troppo accidentato. Quindi ho deciso di incamminarmi e, oltre a fare le belle foto dall’alto della rada dell’isola dei Conigli, sono arrivata in un tratto di scogliera che conduce a cala Pulcino. Questa spiaggia è la più occidentale dell’isola, oltre iniziano le scogliere e poi le falesie della zona nord. È molto poco frequentata perché difficile da raggiungere, gli unici due modi sono un percorso pedonale via terra attraverso una pineta oppure il sentiero che ho percorso dalla spiaggia dei Conigli. Anche qui il mare è limpidissimo e azzurro, ma dai toni più intensi e la spiaggia è ciottolosa e chiarissima.




Quarto giorno: mattina a cala Croce e partenza. Quest’altra bellissima insenatura si trova dopo la spiaggia della Guitgia in direzione dell’isola dei Conigli ed è formata da due spiagge, una piccolissima e l’altra più grande, divise da una scogliera. Il mare somiglia molto a quello di cala Madonna e sulle scogliere ai lati della spiaggia ci sono alcuni locali moderni e molto carini dove mangiare durante il giorno e passare la serata in un ambiente suggestivo in riva al mare.

Altre spiagge da vedere: Cala Tabaccara e Cala Galera nella parte sud vicino all’isola dei Conigli; Cala Francese, Cala Creta, Cala Pisana, Cala Uccello, Cala Maluk e “mari mortu” nella parte occidentale. La maggior parte sono sabbiose, qualcuna è anche scogliosa, ma tutte vantano un mare splendido, non se ne trova una brutta manco a pagarla 😂.

Altro da vedere:
Capo Ponente, il punto più alto dell’isola chiamato anche “Albero Sole” o, come è definito dai locali, “u Signuruzzu”. E’ una piccola costruzione semicircolare che custodisce un crocifisso ligneo contornata da muretti di pietra. Oltre questi ultimi c’è un impressionante strapiombo sul mare e si gode della vista sulle falesie e sul Faraglione, chiamato anche scoglio a vela.
Il faro di Capo Grecale, un grande faro sulle falesie all’estremità nord-orientale dell’isola visibile fino a 60 miglia fuori la costa. Da questo punto, in alcuni periodi dell’anno, è possibile assistere al passaggio delle balenottere nei pressi delle scogliere.
La Porta d’Europa, un monumento in ceramica refrattaria di quasi cinque metri di altezza e tre di larghezza. È stato inaugurato nel 2008 ed è dedicato ai migranti che giungono sull’isola in cerca di un futuro migliore e a tutti quelli che invece non ci sono riusciti e sono morti in mare.
L’isola di Linosa, raggiungibile in un’oretta con l’aliscafo. È completamente diversa da Lampedusa in quanto è interamente vulcanica e quindi è il paradiso degli amanti del trekking. L’isola è minuscola e ben tenuta e arrivati al porto i pochi abitanti locali si propongono per l’affitto di bici, scooter o barche per girarla. Il paese è costituito da poche e coloratissime case e c’è soltanto una spiaggia appena fuori il porto, per il resto è un susseguirsi di bellissime calette formate da antiche colate laviche. Assolutamente da fare, è la salita di circa un’oretta sul Monte Vulcano, da cui si gode del panorama sul paese, su parte della costa e sulla caldera del vulcano spento ricca di vegetazione.

Cosa mangiare: qualsiasi cosa sia a base di pesce. Qui i pescherecci scaricano il pescato che fa al massimo un paio di km e si ritrova già nel piatto… altro che cibo a km zero 😉. Molto buono e sempre presente anche il couscous, di pesce manco a dirlo… invece per un pranzo al volo ma sfiziosissimo c’è la gastronomia Martorana sulla strada principale del paese… pizza, arancine, pane e panelle e piatti pronti che sono una squisitezza e che sono stati il nostro economico e costante pasto delle 13 per tutta la vacanza 😋. Tra i dolci sono assolutamente da assaggiare i tipici cannoli siciliani ripieni di ricotta.




Ricordino da riportare: Lampedusa non ha grandi tipicità locali, c’è un pochino di ossidiana, un po’ di artigianato locale e molti negozietti di prodotti vari… tra tutti però ce n’è uno che spicca a mio giudizio: il negozio di spugne. Vende quasi solo spugne marine, piccole, grandi e gigantesche, morbidissime, naturali e gialle come un girasole… il proprietario si vanta di avere le uniche spugne non trattate di tutta l’isola e ti racconta per filo e per segno come trattare la tua spugna fresca di acquisto per far si che duri vent’anni… un po’ di sano colore commerciale 😄.
Un altro negozietto da visitare è l’indiano che vende teli e oggettini vari, sempre sul corso principale del paese. I teli sono molto belli, di un bel tessuto, io ne ho preso uno matrimoniale grandissimo…
Un altro ricordo carino da portare a casa è un qualsiasi oggetto che raffiguri la tartaruga marina, sia un cuscino con il ricamo, un ciondolo, un portaoggetti, una borsa o qualsiasi altra cosa vi piaccia.
Invece, ripiegando sul mangereccio, si possono riportare a casa le scatole di filetti o di uova di tonno, pesce spada, ricciola pescati e inscatolati sull’isola… Sono assolutamente da provare perchè sono una prelibatezza!

In conclusione posso dire due cose, forse un po’ scontate ma vere: la vacanza al mare ad ottobre è stata una piacevole scoperta, esclusa qualche volta nella costa di Roma e provincia, ho fatto pochi bagni a mare in questo periodo, il massimo a cui sono arrivata in vacanza è metà settembre. L’acqua a Lampedusa ad ottobre è ancora tiepida, le giornate sono calde ma non afose, certo più corte rispetto ai mesi estivi, e c’è ancora turismo in giro ma senza la calca di agosto che probabilmente rende queste meravigliose spiagge quasi impraticabili.
La seconda è che Lampedusa è risultata una meta splendida, è un’isola piccola, accogliente, con poca quantità di cose da visitare ma di un’eccellente qualità. Le sue spiagge si contano sulle dita di due mani, ma incantano per la loro bellezza e semplicità e il mare rientra davvero tra uno dei più spettacolari che abbiamo in Italia. La spiaggia dei Conigli appartiene a pieno titolo tra i 10 luoghi più suggestivi che ho visitato in tutti i miei viaggi e da sola vale la pena della traversata fin qua. Perciò anche per questo viaggio posso dire… a presto Lampedusa!!!!



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